La fascia è il tessuto connettivo

Da un punto di vista anatomico, il termine “fa­scia” indica una membrana di tessuto connetti­vo fibroso costituito da fibre collagene e fibre elastiche, che si estende senza soluzione di continuità a tutte le strutture muscolo-schele­triche del corpo e le pone in connessione bio­meccanica reciproca. Un tessuto fibroso di pro­tezione per organi, sistemi e complessi organi­ci, costruito come una rete che ha interazioni nel corpo, dalla superficie fino in profondità. In realtà, la connessione della fascia con tutte le strutture organiche è tale che definirla sempli­cemente “tessuto connettivo” è quasi riduttivo.
Il sistema fasciale è un organo o sistema con funzioni di sostegno e connessione muscola­re-intramuscolare, viscerale e inter-viscerale. La fascia avvolge qualsiasi struttura del corpo e costituisce un elemento legante e di comu­nicazione tra tutti i sistemi endogeni. Tali fun­zioni vanno messe in relazione con la sincro­nizzazione dei movimenti tra muscoli, visceri, vasi sanguigni e nervi, per i quali il sistema fasciale forma un letto che è il centro di pro­duzione della sostanza intercellulare.   La ricerca scientifica ha dimostrato che il con­tinuum fasciale è innervato dal sistema simpa­tico autonomo. Il continuum fasciale è essen­ziale per trasmettere la forza muscolare, per la corretta coordinazione motoria e per preser­vare gli organi nei loro siti: la fascia è uno stru­mento essenziale che permette all’individuo di comunicare e vivere autonomamente. Le diverse strutture che compongono l’organi­smo devono spesso rispondere a sollecitazioni meccaniche o assolvere a funzioni di scorrimen­to o scivolamento. Il tessuto connettivo, che ha il compito di assecondare questi movimenti, deve avere una struttura elastica capace di rispondere ad eventuali sollecitazioni e, una volta che que­ste sono terminate, di riportare la struttura alla forma e alla dimensione originarie. Il termine “tessuto connettivo” viene utilizza­to per descrivere «un gruppo di tessuti diver­si che condividono una comune origine dal mesenchima dell’embrione. Il mesenchima è il tessuto embrionale da cui originano tutti i tessuti connettivi. È composto da cellule che, non avendo una marcata caratterizzazione, possono differenziarsi nei diversi tipi cellulari che costituiscono il tessuto connettivo». Il tessuto connettivo si divide in tre tipi: 1) Tessuto connettivo propriamente detto; include tessuto connettivo lasso, tessuto connettivo denso, tessuto connettivo reti­colare, tessuto connettivo elastico. 2) Tessuto connettivo specializzato; inclu­de tessuto adiposo, tessuto cartilagineo, tessuto osseo e sangue. 3) Tessuto connettivo embrionale; include il mesenchima e le mucose. In questo testo ci soffermiamo solo sul tessu­to connettivo propriamente detto, il quale è suddiviso in due sottoclassi, in base a densità, proporzione e orientamento delle sue fibre e al tipo di cellule presenti:
  • Tessuto connettivo lasso.
  • Tessuto connettivo denso.
«Nel primo, le fibre sono bassamente intrecciate tra loro, mentre nel secondo sono abbondantis­sime e raccolte in grossi fasci stipati che conferi­scono al tessuto una notevole consistenza» Il tessuto connettivo «riempie tutti gli spazi liberi situati tra gli organi interponendosi tra questi e connettendoli tra loro». Nel tes­suto connettivo lasso, predomina la sostanza fondamentale (di base acquosa), dove vengo­no incorporate fibre di collagene e fasci sottili di fibre elastiche, che sono meno abbondanti e lassamente intrecciate fra loro. Funzio­nalmente, non viene utilizzato esclusivamente come materiale di riempimento, ma come ser­batoio d’acqua, strato di spostamento e come spazio vivente per numerose cellule libere. Il tessuto connettivo denso è caratterizzato da un’elevata incidenza di fibre di collagene. La quantità della sostanza fondamentale è quindi ridotta in confronto al tessuto lasso. Vuoi saperne di più sulla fascia e sul tessuto connettivale?
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