L’ENERGIA ELASTICA DELL’ALLENAMENTO MIOFASCIALE

L’allenamento mio-fasciale fa ampio uso dell’energia elastica. In questo articolo, tratto dal libro Allenamento Miofasciale della casa editrice Elika vedremo perché vale la pena sfruttare questo tipo di energia e le tecniche per farlo, nello specifico:

  • Perché sono importanti gli esercizi che sfruttano l’energia elastica?
  • Quali sono i vantaggi?
  • Le tecniche di energia elastica.

Allenamento Miofasciale: l'energia elastica

Perché sono importanti gli esercizi che sfruttano l’energia elastica?

Economizziamo il lavoro! Perché fare tanta fatica se si può farne a meno?

E ci risiamo: economia del lavoro

diceva Joseph Pilates. Più mettete in atto questa strategia, più ottenete risparmio energetico sulla muscolatura, perché la fascia si accolla gran parte del lavoro. Questo risparmio energetico si ripercuote su tutto l’organismo, con un effetto collaterale positivo: questi esercizi rendono il corpo più flessibile. Il corpo è in grado di allungarsi, ritornare nella sua forma desiderata e rimanere elastico.

Vantaggi

  • Migliora e supporta la nostra vita quotidiana;
  • Migliora e supporta le nostre prestazioni sportive;
  • Ci rende elastici;
  • Economizza il lavoro;
  • Rende elastici e resilienti i tessuti fasciali;

Allenamento Miofasciale: fascia e strutture

Le tecniche dell’energia elastica

Molleggi: con gli arti inferiori. Sono caratterizzati da un piede che rimane sempre a terra per un low impact; non c’è una fase aerea. In relazione a tutto il corpo, i muscoli sono coinvolti solo attraverso un aumento di tensioneLe strutture fasciali, la fascia muscolare, i tendini e i legamenti oscillano rimbalzando.

Oscillazioni: i movimenti, eseguiti con gli arti superiori o inferiori, diventano più ampi. Distinguo due varianti:

Oscillazioni verso la gravità: se per esempio vi inclinate in avanti e oscillate con le braccia verso il pavimento, vengono reclutate poche componenti elastiche del tessuto fasciale;

Oscillazioni contro la gravità: prendiamo l’esempio dello Swing dal basso verso l’alto o viceversa. Nelle oscillazioni dello Swing dall’alto verso il basso, si richiede una partecipazione delle strutture elastiche nel punto di inversione del movimento, per tornare alla posizione eretta;

Rimbalzi: sono caratterizzati da saltelli a piedi pari o su un piede in ritmica alternata e successiva, eseguiti sul posto o con spostamenti. Qui la fase aerea è molto più contenuta che nei salti, la percentuale muscolare coinvolta si riduce, in un tessuto mio-fasciale in salute, aumentando il coinvolgimento dell’epimisio e del perimisio che avvolgono il muscolo e i tendini. I rimbalzi aumentano le proprietà elastiche del tessuto connettivo;

Salti: entrambi i piedi si staccano da terra, c’è una vera e propria fase aerea. Se saltate con una pre-tensione dei tessuti fasciali (pliometria), i salti saranno più alti; le strutture fasciali si adattano alla forma del carico. I salti sono sempre una combinazione di contrazioni del muscolo, con il supporto del tessuto fasciale circostante. Più alta sarà la richiesta di potenza dal muscolo, maggiore sarà il supporto dei tessuti circostanti e la comunicazione tra i muscoli vicini, migliore sarà il salto. Per arrivare ai salti si passa prima dai molleggi e poi dai rimbalzi. I salti richiedono un’interazione armoniosa dei muscoli e dei tessuti circostanti.

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