LINEA PROFONDA FRONTALE (LPF)

Sarò molto breve con l’introduzione di questo articolo, visto le circa 1600 parole che vi aspettano (tempo di lettura 7 minuti). Fidatevi 7 minuti che potrebbero farvi capire molte cose sul vostro corpo! Ah quasi dimenticavo, in fondo all’articolo troverete anche un regalino, un mio piccolo video dove vi illustro gli esercizi per allenare la LPF. Quindi appunto oggi parliamo della Linea Profonda Fronatale (LPF), che inserisco subito dopo la LL, perché ha la funzione di promuovere una respirazione efficace e di migliorare la postura e il movimento. La LPF è il nostro nucleo, il nostro centro, il nostro core, che ci fa crescere dall’interno verso l’esterno.  Incorniciata tra le linee cardinali, avvolta dalla Linea a Spirale e dalla Linea Funzionale, la LPF crea il nucleo mio-fasciale del corpo e da essa dipende il funzionamento ottimale di tutti gli altri meridiani. Ha inizio in profondità nella pianta del piede, come una mano che avvolge l’arco plantare, e sale passando appena dietro le ossa della gamba. Dal retro del ginocchio, prosegue il suo viaggio all’interno della coscia, quindi frontalmente all’articolazione dell’anca, della pelvi e del tratto lombare. Riempie gran parte del busto, si espande nella cassa toracica e continua verso l’alto, per il collo e la nuca, fino alla mandibola e il lato della testa.  Confrontando questa linee con le altre, possiamo notare che deve essere definita in uno spazio tridimensionale, piuttosto che su una semplice linea.  Postura e movimento  La LPF supporta/sostiene/raddrizza il corpo dall’interno; per questo motivo la chiamo anche core profondo. Questo raddrizzamento senza sforzo è la qualità della LPF: non può essere replicato dalle altre linee superficiali.  In relazione al movimento, la LPF equilibra l’interazione di tutti i meridiani miofasciali e ci dà flessibilità ed efficienza. Svolge soprattutto le seguenti azioni. 
  • Sollevamento e stabilizzazione dinamica dell’arco interno del piede. 
  • Stabilizzazione dinamica di ginocchia e anca. 
  • Supporto/raddrizzamento anteriore della colonna. 
  • Stabilizzazione dinamica della vertebre lombari. 
  • Stabilizzazione dinamica del torace, mantenendo l’espansione tridimensionale, e rilassamento durante la respirazione. 
  • Bilanciamento e stabilizzazione dinamica di collo e testa. 
  • Contro-bilanciamento della LL. 
La miofascia della LPF è formata maggiormente da fibre muscolari a contrazione lenta ma con grande capacita di sforzo, che riflettono il ruolo che la LPF gioca nel provvedere al mantenimento della stabilità e dei sottili cambiamenti di posizione della struttura più interna, per consentire alle strutture e alle linee più superficiali di lavorare facilmente ed efficientemente con lo scheletro.  La D12  Vediamo ora nel dettaglio un punto cruciale riguardante la LPF: il collegamento toracolombare rappresentato dalla D12 (dodicesima vertebra dorsale). Come avrete modo di notare, nel testo userò molte volte la dicitura “D12” per riferirmi al punto d’incontro tra la parte inferiore e superiore della LPF e la parte frontale delle vertebre lombari superiori. Si tratta di uno snodo importante, perché vedo molto spesso nei miei allievi dei blocchi o delle retrazioni proprio in quella zona, che influenzano la respirazione e la postura in maniera negativa.  Comparando questa zona con alcune filosofie orientali, scopriamo che essa rappresenta il plesso solare, il terzo Chakra. I Chakra sono dei centri di energia presenti nel nostro corpo, che presiedono alle funzioni organiche, psichiche ed emotive dell’individuo. Il Chakra del plesso solare è localizzato all’altezza del diaframma, appena sotto lo sterno. Questo importante centro energetico è la sede di quello che comunemente definiamo “ego”, cioè la percezione che abbiamo di noi stessi. Questo Chakra è collegato al nostro potere personale, alla forza di volontà, alla fiducia in noi stessi e all’autostima. Potremmo dunque definirlo come il nostro “io” più profondo.  Nel terzo Chakra scarichiamo le nostre tensioni, le paure, la rabbia e il rancore. Non a caso, quando si prova un’emozione negativa, si sente reagire il proprio apparato gastro-intestinale; in altre parole, “si somatizza”. La rabbia, la paura e lo stress quotidiano compromettono il corretto funzionamento dei nostri organi; spesso abbiamo difficoltà digestive, problemi metabolici e molto altro.  Le emozioni negative bloccano la respirazione, che quindi rimane incompleta: essendoci un blocco energetico, l’espirazione si accorcia. Questo avviene perché si tende ad alimentare la parte alta del corpo, quindi la mente. Con l’espirazione più corta, fisiologicamente, non si elimina tutta l’anidride carbonica dai polmoni. Inoltre, non si eliminano le tossine mentali.  Per il nostro benessere e per migliorare le nostre prestazioni sportive, è importante soffermarsi su questo punto cruciale della cerniera dorso-lombare che congiunge diaframma e psoas, parte superiore e parte inferiore. Lo psoas è il prolungamento delle gambe. Portando la respirazione in questa zona, liberiamo le tensioni. Nel pilates miofasciale si porta la respirazione davanti alle vertebre lombari per arrivare fino al diaframma, esattamente davanti al legamento longitudinale anteriore che va verso l’alto, di fronte alle vertebre.  Provate: distesi supini, con le ginocchia piegate, provate a portare la respirazione verso la D12; nell’inspirazione, le costole basse si espandono avvicinandosi al pavimento. Adesso provate a portare la respirazione davanti alle vertebre sacrali, salendo verso l’alto per arrivare alle costole (esattamente al diaframma). Cosa state facendo esattamente? State allungando dall’interno la colonna vertebrale, creando spazio tra le vertebre ed eliminando tensioni e compressioni.  Se scendiamo nei dettagli, vediamo che l’estremità superiore dello psoas si fonde fascialmente con i pilastri e altre inserzioni posteriori del diaframma, e tutti insieme si uniscono al legamento longitudinale anteriore che va verso l’alto di fronte alle vertebre e ai dischi intervertebrali. 

Come sappiamo, la connessione tra lo psoas e il diaframma è un punto cruciale per il nostro corpo, sia a livello di supporto che di funzionalità, poiché unisce:

  • Il “sotto“ con il “sopra” del corpo. 
  • La respirazione con la deambulazione. 
  • L’assimilazione con l’eliminazione. 
    La colonna vertebrale e le sue cerniere di rotazione  La colonna vertebrale è una struttura formata da un insieme di vertebre unite tra di loro. È costituita da 33 vertebre: 7 cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 sacrali (che nell’adulto costituiscono un unico osso chiamato sacro e non hanno dischi) e 4 coccigee (che costituiscono il coccige). Vista lateralmente, la colonna è costituita da quattro curve fisiologiche che tendono a compensarsi tra loro: lordosi cervicale, cifosi dorsale, lordosi lombare e cifosi sacrale. La denominazione delle vertebre indica la curva in cui si trovano e ha una numerazione discendente; ad esempio, D12 è la 12° vertebra della cerniera dorsale e L5 è la 5° vertebra della cerniera lombare.  Per quanto riguarda i movimenti del rachide, essi dispongono dei seguenti tre gradi di libertà. 
  • Flesso-estensione (piano sagittale). 
  • Inclinazione-laterale (piano frontale). 
  • Rotazione assiale (piano trasverso). 
Lungo la colonna vertebrale ci sono delle zone “privilegiate”, quelle che io definisco i Punti di rotazione e le Cerniere di rotazione. “Privilegiate” perché sono i punti di inversione delle curve della colonna, le zone da cui partono le rotazioni della colonna sul piano trasverso. Le Cerniere di rotazione coincidono con le curve della colonna (lordosi cervicale, cifosi dorsale, lordosi lobare, cifosi sacrale); i punti di rotazione sono costituiti dalla prima vertebra di una curva fisiologica, che dà il via al movimento di rotazione, seguita poi dalle altre vertebre sopra e sotto-stanti (movimenti in rotazione e contro-rotazione). Di seguito vado a elencare le Cerniere di rotazione e i punti di rotazione.  Cerniera Lombare/Sacrale (L5-S1). Punto di rotazione L5. Fulcro di bilanciamento del corpo nella camminata; costituisce un punto a rischio “posturale” della colonna per la struttura della vertebra S1 sottostante. Spesso soggetta a schiacciamenti, scivolamenti e stress vari.  Cerniera Dorso/Lombare (D12-L1). La D12 è il fulcro della cerniera Dorsale; Delmas la definiva una vera e propria “rotula” della struttura rachidea. Nella camminata, le vertebre da D12 salendo sino a D7 fanno sì che il tronco possa ruotare in modo da seguire l’arto inferiore nella fase di avanzamento. Le vertebre da D7 a salire effettuano una contro rotazione.  Cerniera Occpito-Cervicale (C1-C2 e C7-D1). Nella cerniera Cervicale abbiamo due Punti di rotazione; C1-C2 (atlante- epistrofeo) e C7-D1 là dove inizia la cerniera Dorsale.  FEEL IT  Esplorate la LPF in profondità. Mentre assumete le posizioni, collegate i punti. Posizione eretta; fate un passo indietro con la gamba destra, alzate le braccia lungo la testa allungando ed espandendo il busto il più possibile. Punti in opposizione: spingete l’alluce del piede destro sul pavimento allontanando il mento; respirate espandendo il busto in tutte le direzioni. Sentirete attivarsi in allungamento il lato destro della LPF.  USE IT  Esplorate la LPF in movimento. Percepite l’allungamento, la forza e lo scivolamento, così come la variazione degli stessi tra i vari punti della LL. Sebbene non ci sia nessun movimento di pertinenza della LPF (se non l’adduzione dell’anca), d’altra parte nessun movimento è al di fuori della sua azione. La LPF è praticamente ovunque, circondata o ricoperta da altra miofascia, che duplica i ruoli giocati dai muscoli di questa. Flessori lunghi della dita dei piedi. Allungamento adduttori, fascia del pavimento pelvico e apertura del diaframma. Ponte (nella fase di discesa); allungamento del legamento longitudinale anteriore e apertura del diaframma. Allungamento e rinforzo del legamento longitudinale anteriore e rinforzo dei muscoli; lungo della testa e del collo. Respirate espandendo la cassa toracica in tutte le direzioni; diaframma. Compensazioni nella LPF  Spesso i seguenti schemi posturali vengono messi in correlazione con la LPF. 
  • Accorciamento generale nel corpo dall’interno. 
  • Flessione plantare cronica. 
  • Pronazione e supinazione. 
  • Ginocchio valgo e varo. 
  • Insufficienza del pavimento pelvico. 
  • Restrizioni respiratorie. 
  • Cervicali iperestese o flesse. 
  • Sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare. 
Linea Profonda Frontale e allenamento  L’ allenamento della LPF dovrà prevedere esercizi di: 
  • Stabilità dinamica e statica. 
  • Forza eccentrica, isometrica e concentrica. 
  • Forza elastica. 
  • Flessibilità funzionale. 
  • Scivolamento all’interno e attorno alle LPF. 
  • Spazio tridimensionale, espansione. 
Ai fini dell’allenamento bisogna anche considerare che per un equilibrio nella LPF è importante il bilanciamento della LL. Inoltre, va notato che con la respirazione generiamo spazio e di conseguenza eliminiamo le tensioni nella zona dorso-lombare (D12).  Focus on  Relativamente alla LPF vanno evidenziati i seguenti punti. 
  • Si sviluppa in maniera tridimensionale: occupa spazio. 
  • Ha fibre muscolari a contrazione lenta, ma con grande capacità di sforzo. 
  • È il core, il nucleo del nostro corpo. 
  • Ci solleva dall’interno. 
  • Ci dà stabilità. 
Ricordiamo a tutti gli appassionati che il libro è edito da ELIKA editrice e si trova in vendita nelle migliori librerie. A presto 🙂 Ester