Strategia
Mobility – Mobilizzazione neuro-mio-fasciale
Partenza
Assumete la posizione eretta, con le gamba a larghezza anche. Flettete il braccio destro, allungate le dita e divaricatele; create spazio tra l’eminenza dell’ipotenar e l’eminenza del tenar.
A questo punto eseguite un’estensione del polso e inclinate la testa verso destra.
Lavorate su
Mobilizzazione neuro-mio-fasciale.
Stimolazione della “conversazione” consapevole e inconsapevole tra sistema nervoso centrale, muscolo tendineo e fasciale.
Allungamento dei flessori e rinforzo degli estensori della mano.
Obiettivo di questo esercizio è potere assumere la posizione quadrupedica con la mano piatta in assenza di dolore, ed è anche un esercizio di controllo per verificare se i disequilibri sono stati eliminati.
Movimento
Inspirate, allontanate il polso dall’orecchio destro e viceversa, creando un allungamento su tutto il braccio. Mantenete le dita tese per arrivare fino alla fine del movimento. Se ci riuscite, distendete completamente il braccio, con il gomito proiettato indietro, e flettetelo nuovamente; l’orecchio si avvicina al polso. Continuate ritmicamente per 10 ripetizioni e mano a mano aumentate l’escursione.
Focus on
Punti in opposizione: orecchie, polso e dita. Mantenente il polso sempre in estensione, creando spazio nel palmo della mano. Dita tese fino alla punta delle dita e leggermente divaricate. Aquilone attivo. Movimenti fluidi, ritmici, senza sforzi e strappi. Il movimento sarà efficace solo se arrivate al range completo del movimento, in modo da raggiungere la posizione di stretching desiderato; i muscoli estensori saranno contemporaneamente attivati e rinforzati.
Cambiate stimolo
Mantenendo la posizione con il braccio teso, diventa un allungamento statico. È sempre meglio iniziare con le mobilizzazioni, perché un allungamento troppo violento può danneggiare le strutture nervose.
Eseguite delle circonduzioni del polso in senso anti-orario e orario, accentuando ogni posizione; deviazione ulnare, flessione, deviazione radiale ed estensione.
I muscoli estensori servono a distendere la mano e a raddrizzare le dita; i muscoli flessori, invece, permettono la chiusura della mano.
Discussione
Ottimo esercizio di preparazione per l’appoggio sulle mani, come in quadrupedia, o la stabilizzazione frontale.
Nella mia esperienza lavorativa ho incontrato una marea di allievi che lamentavano dolori al polso nelle posizioni in appoggio sulle mani. Per aiutarli posizionavo sotto i polsi palline, rialzi, pesetti, o davo loro l’opzione di appoggiarsi sui pugni, per diminuire l’angolazione tra la mano e l’avambraccio. Oggi le uso solo in casi estremi, ma inizio subito con esercizi per migliorare l’appoggio e questo è uno dei tanti che vi mostro in questo libro.
Se usiamo in continuazione dei sostegni, non ci sarà mai una riduzione degli squilibri muscolari.
La lunghezza funzionale dei muscoli e l’elasticità del tessuto fasciale sono determinate dall’attività motoria quotidiana. Se il range di movimento disponibile dell’articolazione non viene regolarmente usato, l’estensibilità dei muscoli e delle strutture fasciali corrispondenti diminuisce: si “accorciano”. I muscoli ipertrofici, con il conseguente aumento della tensione di riposo, tendono ad “accorciarsi”. I loro antagonisti tendono a indebolirsi, creando uno squilibrio nell’articolazione, il cosiddetto squilibrio posturale.
Molto spesso, i flessori della mano sono ipertrofici e accorciati. Quali possono essere le cause? Ad esempio, la monotonia del movimento sul polso e sulle dita: pensate a lavori prolungati al computer, a sport come il baseball, l’hockey e anche il tennis, nonché a tante altre attività in cui per la maggior parte del tempo le dita e il polso si trovano in una posizione flessa; il risultato è che si possono creare delle limitazioni nell’estendere la mano.
A questo punto è chiaro che assumendo la posizione quadrupedica si può creare un disagio, perché non c’è la predisposizione di potere estendere la mano. Appoggiare la mano piatta senza accusare dolore è l’obiettivo di questo esercizio e un passo verso l’eliminazione dello squilibrio.
È qua che imbocchiamo molto spesso la strada sbagliata. Ci facciamo ingannare dai nostri limiti cercando di posizionarci più comodamente per non sentire dolore; modifichiamo l’appoggio sui pugni chiusi. Questo può essere un errore. Senza rendercene conto, alimentiamo ancora di più la chiusura e lo squilibrio muscolare dell’avambraccio, rinforzando i flessori delle mani. Aumenta così il rischio di degenerare nel cosiddetto gomito del tennista.
Questo squilibrio tra flessori ed estensori della mano non si risolve soltanto allungando i muscoli flessori del polso accorciati, ma anche rinforzando gli estensori del polso deboli.
A dimostrazione dell’efficacia di questo tipo di esercizi, vi racconto la storia di Loredana, detta Lori, una mia cliente e amica affezionata. Avendo una studio di acconciature e lavorando come parrucchiera, usava e sovraccaricava di lavoro collo, braccia e mani. Accusava dolori al pollice della mano sinistra ed era arrivata quasi a non riuscire più ad afferrare il phon dal dolore. Negli allenamenti funzionali si lamentava sempre del pollice e cercava in ogni occasione di trovare una posizione comoda senza dolore. A quel punto, ho eliminato tutti gli esercizi che potessero darle fastidio e ho inserito movimenti di allungamento e rinforzo delle Linee delle Braccia. Le ho assegnato un compito da svolgere durante l’arco della giornata: ripetere per 10-15 volte l’esercizio “Spider woman” per 2-3 volte durante il lavoro. Il miglioramento è stato immediato. Sono queste le mie più grandi soddisfazioni: cercare, creare e modificare per rendere la persona funzionante; utilizzare la scienza per generare cambiamenti che garantiscono un effetto WOW!
Chi può trarre beneficio dall’esercizio “Spider woman”? Tutti. In particolare, chi soffre della sindrome del tunnel carpale, di tensioni al collo o di dolori alla spalla.
La sindrome del tunnel carpale è una malattia nervosa molto frequente che colpisce in particolare le donne e chi svolge determinati lavori. Si caratterizza per una sensazione di dolore, debolezza e intorpidimento che scaturisce nella zona delle mani e delle dita, per poi irradiarsi lungo il braccio, verso la spalla. Ciò è dovuto al fatto che quando il tunnel carpale si restringe, a causa di gonfiore o altre condizioni, il nervo mediano che passa al suo interno viene compresso.
Un’altra patologia alla base dei dolori alla spalla, al braccio e alla mano è la sindrome dello stretto toracico. Essa comporta l’occlusione di una o più delle strutture che attraversano lo stretto toracico, ovvero l’arteria e la vena succlavia, il plesso brachiale e il dotto toracico. Un disequilibrio posturale del cingolo scapolo-omerale favorisce questa occlusione.
Ricordiamo a tutti gli appassionati che il libro è edito da ELIKA editrice e si trova in vendita nelle migliori librerie. A presto Ester