LINEE MIOFASCIALI / LINEA SUPERFICIALE POSTERIORE (LSP) – PRIMA PARTE

Le linee meridiani miofasciali chiamate così da Thomas Myers, sono collegamenti miofasciali estesi longitudinalmente lungo tutto il corpo e coordinati sinergicamente; essi creano una mappa che ci aiuta a leggere il nostro corpo e spiegano come movimento e forza possano essere distribuiti all’interno dell’organismo come unità.  Sono “strade strutturate” individuate tramite studi approfonditi di sezionamento di cadaveri e ricerche sul tessuto connettivo; queste strade, collegate l’un l’altra, avvolgono il corpo nella sua tridimensionalità e contribuiscono funzionalmente ai principali movimenti e al mantenimento della postura. In pratica, lo sforzo, la tensione, le compensazioni e la maggior parte degli spostamenti spaziali sono tutti distribuiti lungo queste linee. L’utilità di queste conoscenze porta a nuovi approcci corporei ed educativi. Dal punto di vista strutturale, l’anatomia muscolo-scheletrica tridimensionale è una rete di equilibrio della distribuzione delle forze nell’intero organismo. In ogni mio programma di allenamento è presente l’uso della logica delle linee, perché posso visualizzarle, quindi trovarle, percepirle e usarle. Tutto questo facilita e migliora l’allenamento stesso, perché con piccoli accorgimenti è possibile attivare le linee, distribuendo in maniera migliore la forza. 
Prima di entrare nei dettagli, vi indico qualche specifica sul linguaggio che uso e su com’è suddiviso questo articolo e come lo saranno i prossimi a seguire. FIND IT (TROVA LA LINEA): Questa sezione vi aiuterà a orientarvi nella mappa delle linee miofasciali. La scopriremo già oggi. FEEL IT (PERCEPISCILA): Dopo aver usato la mappa, collegherete i punti. Questo aiuterà la vostra mente a percepire la relazione dei muscoli nelle linee miofasciali e sentire le connessioni e le contrazioni muscolari. Imparerete a esplorare le linee nel dettaglio. Approfondimento presente nella seconda parte dell’articolo che uscirà martedì 11 febbraio. USE IT (USALA) In quest’ultima sezione la USE IT esploreremo le linee miofasciali in movimento. Approfondimento presente nella seconda parte dell’articolo che uscirà martedì 11 febbraio. Intanto per semplificare ed abbreviare la lettura, all’interno dell’articolo userò le seguenti abbreviazioni.  LSP = Linea Superficiale Posteriore  LSF = Linea Superficiale Frontale  LL = Linea Laterale  LPF = Linea Profonda Frontale  LS = Linea a Spirale  LB = Linee delle Braccia  LPFB = Linea Profonda Frontale delle Braccia  LSFB = Linea Superficiale Frontale delle Braccia  LPPB = Linea Profonda Posteriore delle Braccia  LSPB = Linea Superficiale Posteriore delle Braccia  LF = Linea Funzionale  LINEA SUPERFICIALE POSTERIORE (LSP)  La Linea Superficiale Posteriore è una linea principale cardinale che connette l’intera superficie posteriore del corpo dal fondo del piede fino alla cima della testa in due parti: piede-ginocchia, ginocchia-fronte. La LSP connette, stabilizza e muove la parte posteriore del corpo, dalle dita dei piedi fino all’incavo del ginocchio e dal ginocchio fino alle sopracciglia. In posizione eretta con le gambe tese, la LSP agisce come una linea miofasciale continua.  FIND IT (trova la linea) Postura e movimento Principalmente la LSP ha un effetto sugli schemi posturali e motori sul piano sagittale. La LSP esegue soprattutto le seguenti azioni. 
  • Estensione del capo. 
  • Estensione della colonna. 
  • Flessione del sacro (nutazione).
  • Estensione del bacino.
  • Flessione delle ginocchia.
  • Flessione plantare delle caviglie.
Nello stesso momento impedisce movimenti involontari o movimenti eccessivi nella direzione opposta. Poiché siamo nati in una posizione flessa (fetale), lo sviluppo di forza, capacità e bilanciamento nella LSP è associato con il lento movimento evolutivo che, pertanto, da questa flessione primaria, fa maturare una completa e durevole estensione. L’alta concentrazione di fibre muscolari lente (fibre rosse) le permette, con grande efficienza di lavorare contro la gravità.  Nei capitoli degli esercizi, quando vi dirò di assumere una posizione, a volte parlerò di parte superiore e parte inferiore della LSP (intendendo con “parte inferiore” gli arti inferiori e con “parte superiore” il busto), perché non sempre riusciamo a coinvolgere tutta la linea nello stesso modo.  Tendine d’Achille e calcaneo  Apriamo una piccola parentesi su tendine d’Achille e calcaneo. Il tendine d’Achille collega i muscoli del polpaccio, gastrocnemio e soleo, all’osso del tallone, per migliorare la fluidità nei movimento della caviglia e del ginocchio. Immaginate il tallone come la “rotula” della caviglia. Attorno al calcagno c’è, in realtà, una forte continuità fasciale che collega la fascia plantare al tendine d’Achille. Il calcagno distanzia i tessuti elastici del tendine d’Achille dalla caviglia.  La fascia plantare e la fascia associata al tendine di Achille formano come una corda di un arco e il tallone fa da freccia. Quando la corda dell’arco presenta una continua ed eccessiva ipertensione, può spingere il tallone in avanti nell’articolazione subtalare della “caviglia”. Questo spostamento influenza negativamente la base di appoggio. Thomas Myers ha rilevato, su una base puramente empirica, che la proporzione tra il retropiede e l’avampiede che offre un appoggio effettivo deve essere di ⅓ oppure di ¼ (tra tallone e malleolo) e ⅔ o ¾ dal malleolo alla 5° testa metatarsale. Se non c’è questo appoggio bilanciato, si destabilizza il resto del corpo. Negli esercizi che trovate nei capitoli seguenti farò riferimento a questo arco, che ci serve come catapulta.  Vi ringrazio per la vostra pazienza e attenzione, dandovi appuntamento a martedì prossimo, dove insieme andremo a vedere la seconda parte della “linea superficiale posteriore”, analizzando la FEEL IT e la USE IT. Ricordiamo a tutti gli appassionati che il libro è edito da ELIKA editrice e si trova in vendita nelle migliori librerie. A presto 🙂 Ester